Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.
L’Infinito, da Canti,
di Giacomo Leopardi, 1826
Contro
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Necessità di grandi spazi e di strutture nuove pensate ad hoc.
Pro
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La struttura, grazie alla sua forma circolare e all’orientamento delle aperture delle celle verso l’esterno, permette visuali liberi e ad ampio raggio.
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Evita le menomazioni della vista dovuta alle visuali corte e monotone.
CARCERE BELVEDERE
La pena della privazione della libertà nasce come superamento delle pene corporali. Studi specializzati hanno dimostrato però che la stessa carcerazione esercita degli effetti irreversibili sul corpo e la psiche del detenuto.
Il detenuto è condannato ad avere la vista corta: il suo sguardo è continuamente tagliato dalla vicinanza dei muri. Le conseguenze sono la perdita dei riferimenti spazio-temporali, generando un senso di vertigine continuo.
Il carcere belvedere, grazie alla sua struttura circolare e all’orientamento delle aperture delle celle verso l’esterno, permette visuali libere e ad ampio raggio.