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- Bene, è ora che vi presenti alla ciurma. Spero vi accolgano civilmente.

- Perché dice “spero”?

- Perché, come saprete, i pirati di questo e altri mondi passano lunghi periodi in mare. Nel nostro caso, non tocchiamo terra da quasi un anno. Questa lontananza, unita alla naturale esuberanza e carnalità di noi corsari, fa sì che la ciurma sia un po’ nervosa. Sulla Liberace ci sono centocinquanta uomini che, pur avendo una notevole polivalenza e varietà di direzioni sessuali, sono stufi di inzaboriarsi tra loro, e tre pollastrelli nuovi di zecca sono una grande tentazione.

- Sappiamo difenderci - disse la pollastrella Iri.

- Siamo nati in un quartieraccio - disse Rangio.

- Però, se ci fosse qualche corsarino un po’ carino - sussurrò Boccadimiele.

- “Carino” non è un aggettivo che sprecherei per descrivere i ragazzi della Liberace. Comunque, indossate tre delle mie camicie, per coprire il più possibile le vostre appetitose forme, e venite in coperta.

- Che bello! - disse Boccadimiele indossando un camicione lungo fino ai piedi, ornato di pizzi.

- Quello l’ho comprato, si fa per dire, durante un abbordaggio a una nave spaniarda. Era del governatore Albaletas. Quella è una camicia britanna, l’ho sfilata al capitano Brunch mentre si stava avviando sulla passerella. Era un peccato che gli squali la rovinassero. Quella che sta mettendo Iri, invece me la regalò... me la regalò... Al capitano si inumidirono gli occhi e non riuscì a terminare la frase.

- Questo ve lo racconterò un’altra volta - disse - fuori, giovanotti, vi presento al mio equipaggio.

- Posso riprendere con la telecamera? - disse Iri.

 Il capitano si fece il segno della croce, spalancò la porta e sul ponte di prua li accolse, schierata al gran completo, la ciurma della Liberace: vale a dire la più esotica accozzaglia, la più assatanata masnada, la più minacciosa ghenga di tutti gli oceani. Erano rappresentate tutte le razze e i colori. Neri con canottiere traforate e minuscoli slip da bagno ostentatamente ripieni, mulatti con gilè alla biscaglina e collant ghepardati, biondoni in sottovesti spaniarde da cui trasparivano petti villosi tatuati di pornofumetti, isolani con cappelli da cow-boy e tanga di cuoio. E poi ghigne orientali con giacconi da motociclista e tatuaggi yakuza, tartari baffuti in body da aerobica, magrebini con caffettani dagli spacchi abissali, vecchi gabbieri barbuti con kilt, giarrettiere e borsette di Strass per il tabacco. E davanti a tutti la Nostroma, un meticcio ossigenato con un kimono a fiori e una parrucca Versailles a cannelloni, da cui faceva capolino un grosso topo. Vedendosi inquadrati da Okumi reagirono tra l’imbarazzato e il lusingato. Alcuni si lisciavano i capelli con lo sputo, altri ridacchiavano un po’ ebeti, altri esibivano pose piratesche, mostrando gli uncini, digrignando i denti, roteando scimitarre é facendo sobbalzare le sirene tatuate sui bicipiti. La situazione si protrasse in un silenzio imbarazzante, si udiva solo il ronzio della telecamera di Iri e il gemito del fasciame della nave. Anche i gabbiani si erano fermati in surplace nel cielo. Poi uno dei pirati guardò Boccadimiele e tirò fuori venti centimetri di lingua su cui era tatuata la seguente frase: “Si ESEGUONO LAVORI A DOMICILIO”.

[...]

“Fammi vedere la mia tomba

nascosta in un colle d’edera

fammi vedere la mia nave

sul fondo del più oscuro mare

fammi vedere la cella

dove senza speranza canto,

ma non farmi vedere il treno

che ti porterà via, baby.”

 

 

da Elianto,

di Stefano Benni, 1996

Contro

  • Altamente responsabilizzante ma non finalizzato al reinserimento nella società.

  • Molto pericoloso per l’incolumità e la salute fisica e mentale dei detenui.

  • È alienante per eccessivo isolamento.

  • Non c’è controllo sugli abusi.

  • Scarsa visibilità e minor consapevolezza cittadina.

  • Contro i diritti umani universali.

Pro

  • Non necessita di nuove strutture con conseguente risparmio sui costi di costruzione.

  • Minor richiesta di personale.

  • Più facilmente controllabile perché isolato.

  • Non vengono occupati nuovi terreni.

  • Quando non è necessario un movimento, la nave va alla deriva: è ecologico e sostenibile.

  • Altamente responsabilizzante perchè i detenuti devono autogestirsi per sopravvivere.

  • Quando attracca nel porto: pro di CARCERE CATTEDRALE.

DISPOSITIVI MOBILI

Dall’immagine della nave dei folli in poi, la segregazione delle minoranze su battelli da allontanare nel mare è sempre stato il sogno di molti.

Provvedimenti recenti hanno riportato in voga l’idea di costruire carceri leggere, maxi-chiatte galleggianti e a più livelli, da ormeggiare nei più importanti porti italiani.

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