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-Bene - disse Tamaru –D’ora in poi ti porteremo provviste di cibo e prodotti di uso quotidiano. Ogni martedì gli incaricati dei rifornimenti verranno al tuo appartamento. Hanno la chiave, quindi entreranno senza bussare. Ma andranno solo in cucina, e non metteranno piede nelle altre stanze. [...] Se ci sono cose di cui hai bisogno, o che ti farebbe piacere avere, dimmelo adesso. Così te le farò portare con la prossima consegna.

-Ti sarei grata se ruscissi a farmi avere degli attrezzi per fare ginnastica in casa, in modo da tenere i muscoli allenati,- disse Aomame. Senza macchinari i risultati sono scarsi.

-Scordati le apparecchiature professionali che si trovano in palestra. Ma se ti accontenti, posso procurarti qualcosa di non troppo ingombrante.

-Anche degli strumenti molto semplici vanno bene,- disse Aomame.

-Una cyclette e qualche attrezzo per tenerti in forma. Pensi che così possa andare?

-Si, va bene. Poi, se possibile, vorrei una mazza da softball di metallo. Tamaru restò in silenzio per alcuni secondi.

-Una mazza si può usare per diversi scopi- disse Aomame –Il solo fatto di averla a portata di mano mi rassicura. Perché ci sono cresciuta insieme

 -Ho capito. Vedrò di procurartela- disse Tamaru. –Se ti vengono in mente altre cose, scrivile su un foglio di carta e lascialo sul tavolo della cucina. Te le farò avere con la consegna successiva.

-Grazie. Ma almeno per il momento non mi sembra di avere bisogno d’altro.

-Libri o videocassette? -Non mi viene in mente niente di particolare.

-Che ne dici di Alla ricerca del tempo perduto di Proust?- disse Tamaru. –Se non l’hai fatto, sarebbe l’occasione adatta per leggerlo tutto.

-Tu l’hai letto?

-No. Non sono mai stato in prigione, e non ho mai dovuto nascondermi a lungo. Dicono che se non si hanno occasioni di questo tipo, è difficile leggerlo integralmente.

-Conosci qualcuno che l’ha letto dall’inizio alla fine?

-Fra i miei conoscenti non manca certo chi ha passato lunghi periodi in carcere; ma non erano tipi da interessarsi a Proust.

Aomame disse: -Magari ci provo. Se riesci a trovarlo, mandamelo con la prossima consegna.

-A dire la verità, me lo sono già procurato- disse Tamaru.

 

 

da 1Q84-libro 3,

di Murakami Haruki, 2010 

 

Contro

  • Rischio di delega (a privati o associazioni) della gestione di una responsabilità pubblica.

  • Minor controllo sul controllo anche per moltiplicazione delle strutture (ad esempio da parte del Garante, delle associazioni di monitoraggio, dei media).

  • Maggior rischio di abusi.

  • Minor consapevolezza cittadina e minor visibilità mediatica.

  • L’opinione pubblica potrebbe essere fortemente contraria e conseguente svalutazione del quartiere.

  • Moltiplicazione dei luoghi del controllo e del relativo stato di eccezione. Pericolo di controllo subdolo sui cittadini.

  • Lo spazio per le attività trattamentali è ridotto e meno variegato (gli spazi ampi e di qualità non sono disponibili in una struttura piccola).

  • Contro di CARCERE DENTRO LA CITTÀ

Pro

  • Scambio con la città e migliore accessibilità dall’esterno (familiari, operatori, lavoratori).

  • Possibile sensibilizzazione e presa in carico da parte della società circostante.

  • Abbattimento del totem securitario e della stigma-tizzazione del detenuto, in chiave di reinserimento.

  • Differenziazione dei luoghi di pena: spazi più adatti alle necessità delle diverse condizioni detentive.

  • Minor numero di detenuti per struttura, quindi trattamento più personalizzato.

  • Possibilità di riutilizzo di strutture esistenti.

  • Maggior convertibilità delle strutture.

  • Pro di CARCERE DENTRO LA CITTÀ

CARCERE DIFFUSO

Sull’onda delle aspettative frustrate della Riforma del ’75, alcuni ritengono che occorrerebbe pensare a misure alternative alla detenzione nelle carceri, più adatte a riabilitare nel rispetto della Costituzione.

In linea teorica si ritiene che sarebbe opportuno realizzare nuovi luoghi della pena, di scala minuta e frammentati nel territorio cittadino: strutture capillari ben distribuite nel paesaggio urbano, per un controllo più umano e più diffuso nell’urbano.

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