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Di capo a tre giornate, andando verso mezzodì, l’uomo s’incontra ad Anastasia, città bagnata da canali concentrici e sorvolata da aquiloni. Dovrei ora enumerare le merci che qui si comprano con vantaggio: agata onice crisopazio e altre varietà di calcedonio; lodare la carne del fagiano dorato che si cucina sulla fiamma di legno di ciliegio stagionato e si cosparge con molto origano; dire delle donne che ho visto fare il bagno nella vasca d’un giardino e che talvolta invitano – si racconta – il passeggero a spogliarsi con loro e rincorrerle nell’acqua. Ma con queste notizie non ti direi la vera essenza della città: perché mentre la descrizione di Anastasia non fa che risvegliare i desideri uno per volta per obbligarti a soffocarli, a chi si trova un mattino in mezzo ad Anastasia i desideri si risvegliano tutti insieme e ti circondano. La città ti appare come un tutto in cui nessun desiderio va perduto e di cui tu fai parte, e poichè essa gode tutto quello che tu non godi, a te non resta che abitare questo desiderio ed esserne contento. Tale potere, che ora dicono maligno ora benigno, ha Anastasia, città ingannatrice: se per otto ore al giorno tu lavori come tagliatore d’agate onici crisopazi, la tua fatica che dà forma al desiderio prende dal desiderio la sua forma, e tu credi di godere per tutta Anastasia mentre non ne sei che lo schiavo.

 

da Le Città Invisibili,

di Italo Calvino, 1972

Contro

  • Difficoltà di accesso frequente (Giardino degli Incontri), spesso a causa delle turnazioni delle categorie dei detenuti.

  • Minore garanzia di salvaguardia del “cortile d’aria”: ampi spazi vuoti si prestano ad essere destinati alla costruzione di nuovi padiglioni.

Pro

  • La concentrazione unitaria di servizi e cortili garantisce una maggiore qualità di spazi e strutture, (ad esempio i padiglioni sanitari di Bollate o il Giardino degli Incontri di Sollicciano).

  • Spazi di maggiore apertura: punti di vista più ampi e variegati e salubrità.

  • Ambienti più grandi consentono varietà nelle attività per i detenuti.

TANTO PER POCO

Il carcere è il luogo in cui, per eccellenza, i movimenti sono organizzati secondo logiche di sicurezza, semplicità gestionale ed economia. I detenuti abitano gli spazi e le attività in maniera discontinua. La vita al di fuori della cella è infatti vincolata a turnazioni ben chiare dei diversi gironi detentivi.

Un carcere organizzato attorno ad un unico grande spazio, garantisce ai detenuti la possibilità di svolgere attività e di vivere uno spazio di maggiore qualità ma, a causa delle obbligatorie turnazioni, la sua frequentazione sarebbe sporadica e limitata.

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