Direttore_Da questo momento voi appartenete all’amministrazione penale della Guyana Francese. Dopo avere scontato la vostra intera pena in prigione, quelli di voi con condanne di otto anni o più resteranno in Guyana come operai o come coloni, per un periodo di tempo pari a quello della pena originale.
In quanto alla Francia, essa non vuole più saperne di voi. La Francia si è liberata di voi una volta per tutte. Dimenticatela!
Julot_...la farfalla! Sei Papillon, allora.
Papillon_Già..
J_Quei porci ti hanno dato l’ergastolo?
P_Dovrei starci cent’anni, secondo loro.
J_Non temere, non ci starai tanto. Il 40% dei condannati muore entro il primo anno.
[...]
P_Tu quanto ci sei stato?
J_Diciotto anni. Nove al campo, e nove da colono.
P_...se non stavi rinchiuso, perché non sei evaso?
J_Non c’è posto dove andare! Stai tra le paludi, lontano mille miglia da qualsiasi paese... Certo, se hai tanti soldi è un’altra storia. Per esempio, prendi uno come Dega, laggiù! [...] Uno che ha molti soldi come lui, forse riesce a pagarsi un’evasione. Tutto questo se prima non c’è qualcuno che lo fa fuori per fregarsi i suoi quattrini.
Capitano_Ecco, quello lì è l’unico mezzo per lasciare l’Isola del Diavolo [indicando la barca del carcere]. Qui cerchiamo di stare tranquilli. Il servizio di guardia lo fanno l’oceano e i pescicani, quindi il nostro motto è ‘Vivi, e lascia vivere’, a meno che voi non ci diate delle grane. Quella capanna lì è vuota, te la puoi anche prendere, ma attenzione, non ti avvicinare alle altre. Potrebbero credere che vuoi rubare ed ucciderti.
da Papillon,
diretto da Franklin J. Schaffner, 1973
Contro
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Molto pericoloso per l’incolumità e la salute fisica e mentale dei detenuti.
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Con l’espulsione totale, la società perde consapevolezza della pena che essa stessa sta infliggendo.
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È un totale sradicamento dalla società e dalle proprie origini.
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Contro i diritti umani universali.
Pro
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L’esilio garantisce il massimo grado di sicurezza per la società.
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È altamente responsabilizzante: i detenuti devono autogestirsi per sopravvivere.
ISOLA CHE NON C'È
L’isola che non c’è consiste nell’allontanamento dei detenuti in terre vergini e lontane, offrendo ai detenuti la possibilità di una tabula rasa, sulla base della quale ricostruirsi una nuova vita.
Elisabetta I agli albori del XVII secolo, per sopperire alla mancanza di spazio nelle prigioni patrie, decreta la deportazione dei detenuti in Australia, nuovo Gulag del Regno Unito.
Dall’unione dei nemici del popolo inglese e degli aborigeni che precedentemente abitavano quei territori nasce l’Australia che oggi conosciamo.